24.9.07

K.O.B

Qualche tempo fa cantavo nei K.O.B

19.9.07

Pasquale L'INTEGRATORE scrive

Di solito evito di parlare in questo spazio dei libri a cui lavoro. Stavolta però l'eccezione è d'obbligo. Dopo mesi di ricerche, telefonate transoceaniche e intoppi vari, Che è finalmente in libreria. Per la prima volta (anche se in un certo senso un primo assaggio l'ho avuto qui) sono riuscito a pescare e riproporre un libro dalla scatola delle mie letture adolescenziali. Qualcuno fra voi ricorderà probabilmente la gloriosa e corsara edizione che di questo splendido fumetto la Topolin offrì al pubblico italiano nel 1995. Si trattò di un piccolo caso, tant'è che anche "Extra" (il supplemento culturale del "manifesto" che aprì la strada a "Alias") decise di pubblicarlo a puntate. Un piccolo caso non solo perché si trattava di un'ottima biografia a fumetti di Guevara (forse la prima), né perché il personaggio trattato aveva un evidente appeal commerciale: la magia della Topolin consisteva nell'aver riportato alla luce un libro scomparso. Intendiamoci, non un libro dimenticato, introvabile o da tempo non ristampato, bensì un libro scomparso a tutti gli effetti.
Capita di rado (e per fortuna) di dire che la storia che un libro ha vissuto è più interessante di quella che lo stesso libro racconta. E' il caso di Che.
Pubblicato in Argentina nel 1968 (a solo un anno dalla morte di Guevara), il libro diventa immediatamente un grande successo di pubblico, passa di mano in mano fra i giovani che lo compulsano come un vero e proprio vangelo rivoluzionario. Nel frattempo lo scenario argentino si fa sempre più cupo: il populismo peronista vacilla e i militari colgono l'occasione per instaurare una delle dittature militari più sanguinarie del Novecento. Il libro viene messo al bando, chi ne possiede una copia cerca di disfarsene in ogni modo, Héctor Oesterheld - sceneggiatore del fumetto, editore e intellettuale di sinistra - viene rapito: il suo nome, assieme a quello di molti altri componenti della sua famigia, si aggiunge alle liste dei desaparecidos. Anche Alberto e Enrique Breccia - disegnatori - ricevono continue minacce di morte: nel loro caso non è sufficiente liberarsi delle copie del libro, è necessario distruggere le lastre e bruciare le tavole originali. Se in qualche modo è semplice pensare alla rassegnazione sul volto rugoso di Alberto, mi è davvero difficile pensare che il giovane Enrique non abbia scalpitato davanti a quel falò: aveva trent'anni quando vide divampare quel fuoco, e quelle splendide tavole avevano segnato il suo esordio a fianco del padre.
Forse fu proprio davanti a una timida rimostranza di Enrique che Alberto decise di compiere il gesto che oggi, a quarantuno anni di distanza, ci permette di rileggere questo classico proibito. Probabilmente le ceneri erano ancora fumanti quando Alberto raccolse qualche copia del libro e si diresse verso il giardino di casa e forse Enrique si sentì un uomo migliore e un figlio orgoglioso quando vide le mani di suo padre afferrare una scatola e una vanga. I due sotterrarono in giardino le ultime copie salvate, le stesse che più di vent'anni dopo sarebbero arrivate in mano a un editore spagnolo che avrebbe di lì a poco offerto al mondo la prima preziosa ristampa di Che.
A dire il vero è proprio questa la vicenda che il libro racconta, perché prima ancora d'essere una splendida biografia a fumetti del Che, la Storia ha deciso che questo libro doveva raccontare ben altro. E se è vero che per raccontare una cosa bisogna viverla, questo libro l'ha fatto: è rimasto nascosto sotto la terra, facendosi carico - nei suoi lunghi anni di buio - dell'urlo di intere generazioni testardamente sopravvissute.
Oggi, Che ritorna in libreria con Rizzoli, nella collana 24/7.
Un annetto fa parlavo con Jorge Vacca, fondatore e attivissimo tuttofare della (fu) Topolin, per cercare di capire se fosse possibile recuperare i contatti con Enrique Breccia, gli eredi di Alberto Breccia e quelli di Héctor Oesterheld: sapevo di qualche problema contrattuale che rendeva impossibile (o quantomeno complicata) la riedizione del libro in Europa, ma a dispetto di queste complicazioni, abbiamo deciso di provarci ugualmente. Del resto l'edizione Topolin era da tempo introvabile e il libro aveva diritto a una cura redazionale che ne migliorasse gli aspetti grafici e quelli testuali.
Rispetto all'edizione del 1995 il testo è stato ritradotto e riletterato. Inoltre sono stati eliminati molti errori storici (è bene ricordare che Oesterheld raccolse e riorganizzò in racconto tutti i dati biografici del Che in meno di un anno: gli errori erano inevitabili). Inoltre, dove è stato possibile, si è ovviato ai problemi grafici nella resa di alcune tavole: eccessiva sgranatura, box di testo ampliati che mozzavano i disegni...
Inoltre questa nuova edizione è arricchita da una corposa e sentita prefazione di Goffredo Fofi (potete leggerne un estratto qui), impaginata con gusto retrò à la Milano Libri assieme al paziente Andrea Bruno. Infine, i ritratti degli autori in bandella sono opera del buon Marco Corona.
Insomma, uscite di casa e andate a comprarlo, altrimenti tutta sta gente ha lavorato per niente.

Ps: appena riesco a capire come si fa, vi posto un pdf di anteprima.

(Immagine 1: Che, Rizzoli 2007)
(Immagine 2: Che, Topolin 1995)
(Immagine 3: Héctor Oesterheld, di Marco Corona)
(Immagine 4: Alberto e Enrique Breccia, di Marco Corona)